I ragazzi della via “Lup”
I ragazzi della via Pal è un romanzo per ragazzi di Ferenc Molnár, pubblicato per la prima volta a puntate su rivista nel 1906 e destinato anche agli adulti, come denuncia della mancanza di spazi per il gioco dei più giovani.
La storia è ambientata a Budapest nella primavera del 1889 e descrive la “guerra” in atto tra due bande di ragazzini della scuola media; una ha il proprio “quartier generale” esattamente nella via Pál, l’altra è conosciuta col nome di “Camicie rosse” e ha la sua base al giardino botanico, non molto distante. Sotto la guida di Boka si schierano Geréb, Nemecsek e moltissimi altri ragazzi che si riuniscono in via Pál in un terreno libero delimitato dalle case popolari, nei pressi del quale si trova anche un deposito di legname (la “Cittadella”) alla cui vigilanza c’è il guardiano Janò con un grosso cane. Questo è il loro territorio e parco giochi.
Cosa centra tutto ciò con la birra? Beh! Niente o quasi. “Ma il naugrafar m’è dolce in questo mosto”. Se a “guerra o bande” si vuole pensare, bisogna categoricamente farlo in modo positivo con un approccio leggero, sereno.
Proliferano sul web gruppi “armati” di ampie argomentazioni aventi tutte come terreno fertile, il tema “birraiolo”. Saggi condottieri guidano i novizi esibendo fieri le loro armi (le ricette) o le amature (gli impianti) a cio chè crescano forti e vittoriosi neo mastri birrai casalinghi. “Lo aulico verbo s’ha da divulgare a lo popolo ignaro la cui mente viaggia nell’oblio di cotanta beltade da scoprire”.
Non ci sono cavalieri o soldati in questo racconto ma solo spirito di gruppo e cooperazione come nella storia appena anticipata. I protagonisti non più tanto “ragazzi” sono Luciano, Maurizio, Vittorio, Gabriele, Matteo, Piero, Giovanni (lo scrivente), Alberto, Daniele, Antonio.
Uniti tutti dalla passione per la birra e la tecnologia. Con età, esperienze di vita brassicola diverse, “i ragazzi della via Lup” non si conoscono tutti personalmente perchè la distanza geografica li separa. Ma è come se fossero vicini, fratelli, amici di lunga data.
Dal Sud al Nord si danno appuntamento nel gruppo dei Luppoli (da cui il titolo del pezzo un pò rivisitato).
Il loro quartiere generale non ha pareti ma è un open space moderno che viaggia con whatsapp.
Non ci sono leader ma esperti, umili e pazienti domozimurghi i quali, ognuno per la sua parte, aiutano l’anello debole della catena con consigli ed incoraggiamenti.
I numeri parlano chiaro: se per la maggior parte dei beni di consumo continua la gelata, per il mercato della birra è finalmente primavera e nel Bel Paese si parla di crescita.
L’homebrewing sembra essere una moda che però non passa anzi, lascia il segno. Per cui ogni mezzo lecito, rispettoso dell’altrui persona è adeguato per parlare di birra.
“I ragazzi della via Lup” sono solidali e vogliono condividere. Le cotte sono quasi sempre in diretta streaming tanto che sembra di essere tutti a casa del mastro birraio di turno. Nel gruppo ci si aiuta. Non si prevale. Si danno e si ricevono consigli. Si scambiano ricette ed opinioni. Si parla il “birraiolo base”. Si va sul tecnico solo se tutti sanno di cosa si parla.
Speriamo che un giorno si possano incontrare, magari intorno ad una delle loro creazioni facendo una cotta memorabile.