-17- Il Pub …la casa della birra
Il pub non è solo una semplice rivendita
di birra e whisky: esso evoca una vera e propria mitologia fatta di antichi
edifici, bassi soffitti in legno, camini, leggende e lunghe serate passate con
gli amici. Alcuni pub sono aperti letteralmente da secoli, e sedersi al loro
interno non costituisce solo una sosta per farsi un bicchierino, ma è piuttosto
un viaggio nel tempo e nella storia.
Pub è l’abbreviazione di Public house (casa
pubblica) che anticamente era una semplice abitazione dove si poteva bere,
mangiare, dormire e a volte cambiare anche i cavalli. Sembra che l’origine di
questo tipo d’esercizio commerciale sia da ricercare addirittura nelle tabernae
(taverne) degli invasori Romani. Nei secoli si è
arrivati al pub nella sua forma attuale, cioè quella di un locale dove si
bevono prevalentemente alcolici, dove spesso (ma non sempre) si può mangiare e
dove, a volte, si può anche dormire.
Non bisogna pensare che il pub sia solo
un ritrovo per bevitori. In passato, ad esempio, per chi viveva in piccole
abitazioni o in condizioni disagiate assolveva la funzione di vera e
propria seconda casa, dove poter ritrovarsi con amici e parenti. È vero che i
pub godevano generalmente di una cattiva fama (alcuni avevano addirittura i
vetri oscurati per non fare vedere chi c’era all’interno).
Sono le
donne, le Ale Wifes, a realizzare e vendere la birra (fuori dalla loro
abitazione) esponendo un bastone, "Ale Wand", per far sapere
che la birra è pronta. A tenere sotto controllo il libero commercio c’era
l’"Ale-Conner" un funzionario che nell’Inghilterra medievale era responsabile
del mantenimento degli standard sulle bevande alcoliche, in particolare la
birra. Può sembrare un lavoro divertente, ma a volte era tutt’altro che
piacevole.
La persona
veniva nominata ogni anno alla corte delle antiche comunità inglesi.
Dal momento che l’Ale conner aveva l’autorità di imporre multe, era
spesso molto impopolare tra i proprietari dei pub. Avere nemici in qualche modo
faceva parte del lavoro. Le bevande alcoliche dovevano avere un buon sapore ed
essere vendute ad un prezzo equo. La consuetudine richiedeva all’Ale-conner
di entrare nei locali e campionare una quantità di qualsiasi birra servita. La
bevanda veniva versata su una panca di legno sulla quale poi lo stesso
ispettore si sedeva. Quando si alzava (solitamente il tempo di bere un paio di
birre che gli venivano offerte dai proprietari per rabbonirlo), osservava se i
suoi pantaloni in cuoio restavano incollati alla panca. In caso positivo voleva
dire che nella birra vi era ancora troppo zucchero residuo, a significare che la
fermentazione non era finita, e che quindi la birra non era ancora pronta per
essere servita. L’usanza britannica imponeva che se i pantaloni del Ale-conner
fossero rimasti attaccati, doveva essere prodotta una
birra più forte (che quindi doveva essere tassata maggiormente). La birra non
idonea ad essere venduta veniva sequestrata e data ai poveri. John Shakespeare,
padre del poeta e drammaturgo, fu impiegato come Ale-conner.
Non vi è concordia in merito a quale sia
il pub più antico. Infatti, sebbene il pub Ye Olde Fighting Cocks,
che si trova a St. Albans (Hertfordshire), sia ritenuto dal Guinness dei
primati il più antico pub inglese, ve ne sono altri che ritengono di avere le
credenziali in regola per vantare tale primato: il pub The
Man and Scythe nel Lancashire ritiene di essere più vecchio di
ben 234 anni, il pub Ye Olde Trip to Jerusalem di Nottingham è
ritenuto operante sin dal XI secolo, il pub Walnut Tree di
Leytonstone (Londra orientale), forse dovrebbe essere davvero quello più antico
di circa un secolo, visto che vi è prova che vi si servissero bevande alcoliche
sin dall’anno 912.
Menzione di merito riguarda i simboli ed
i nomi dei pub. Nel 1393, il Re Riccardo II impose legalmente l’apposizione di
segni identificativi dei luoghi di vendita di alcolici, stabilendo che "Whosoever shall brew Ale in the town with
intention of selling it must hang out a sign, otherwise he shall forfeit his Ale".
La ragione era semplice: consentire visivamente l’identificazione di tali
luoghi agli ispettori che valutavano la qualità delle Ale ivi servite.
Non va dimenticato che nel Medioevo la
maggior parte della popolazione era ignorante, per cui non era in grado di
leggere, di conseguenza un simbolo consentiva facilmente la identificazione di
una public house. Ovviamente, col passare del tempo, sovente il nome del
pub derivò dal disegno riportato sull’insegna. Alcuni nomi di pub
apparentemente strani o addirittura insensati derivano probabilmente da una
modifica di nomi o espressioni: ad esempio, un nome usato molto spesso Elephant
and Castle deriverebbe dalla "storpiatura" di
Infanta de Castile, come pure The Goat and Compasses deriverebbe
dall’espressione "God encompasseth us".
Il consumo di bevande alcoliche è noto
nelle isole britanniche sin dall’Età del Bronzo. Volendo ricercare le origini
del pub, dobbiamo rifarci all’invasione romana ed alla creazione del sistema
stradale, lungo il quale sorsero le "tabernae", dove i
viaggiatori potevano riposare, mangiare e bere vino. Tale ultima possibilità
veniva indicata esponendo foglie di viti fuori del locale. Queste strutture
formalmente scomparvero col ritiro dei Romani. Le genti britanniche producevano
familiarmente una bevanda, la "Ale", sebbene l’arte della sua
elaborazione non fosse facile, essendo basata su conoscenze ed abilità
particolari. Di conseguenza, quelli in grado di produrre una buona Ale,
iniziarono a venderla. Il numero dei punti vendita crebbe a tal punto che, nel
965, il Re Edgard stabilì che fosse consentita la presenza di una sola Ale
House per villaggio. Per indicare che la bevanda era pronta, si usava esporre
delle frasche verdi collocate su pali, che successivamente sarebbero state
sostituite dall’insegna, quale segno di riconoscimento dei pubs.
Il movimento delle persone, soprattutto
pellegrini cristiani che si recavano a rendere omaggio alla tomba
dell’Arcivescovo Thomas Becket, assassinato il 29 dicembre 1170 nella
Cattedrale di Canterbury, cominciò ad essere eccessivo per le possibilità di
accoglienza dei monasteri medioevali. Nel XIV secolo, la ripresa dei traffici
mercantili (soprattutto della lana) e del movimento delle persone determinò
l’affermazione delle Inns e Hostels, di cui il più noto fu Tabard Inn
di Southwark, dove Geoffrey Chaucer nel 1388 iniziò i suoi celeberrimi "Canterbury
Tales". Proprio per sottolineare l’importante ruolo di offerta di
luogo di riposo e ristoro a favore dei viaggiatori svolto dalle inns e
dalle hostelries, nel 1446, The Hostellers of London ottennero lo
status di corporazione (guild).
Nel 1542, lo scrittore Andrew Boorde
distinse ale e birra nel suo Dyetary. Ale, ha detto, era fatta di acqua e
malto, mentre la birra era fatta di malto, luppolo e acqua. Il luppolo era
un’aggiunta tardiva agli ingredienti della birra, poiché alcuni non si curavano
del gusto forte e amaro che il luppolo conferisce.
Accanto alle Ale Houses, che
producevano la propria ale, cominciarono ad apparire alla fine del XVII secolo
le birrerie indipendenti, tanto che alla fine del secolo, ormai quasi tutta la
birra proveniva dalle birrerie commerciali.
Gli olandesi, dopo la rivoluzione del
1688, introdussero in Inghilterra il gin, che divenne rapidamente molto
popolare, stravolgendo i vecchi equilibri produttivi, circostanza favorita
dalla concessione governativa alla nascita di un mercato dei cereali non idonei
all’uso per la birrificazione, il che consentì la produzione non autorizzata di
gin, stimolata anche dall’introduzione di forti dazi all’importazione degli
alcolici. Per cui, se fino al XVII secolo la vendita di birra fu prevalente nei
pubs, da lì in avanti l’Inghilterra venne coperta da migliaia di negozi dove
era possibile comprare il gin (gin-shops). I produttori di birra
risposero accrescendo il numero delle birrerie ma, nonostante ciò, nel 1740, la
vendita di gin sopravanzò quella della birra di ben sei volte, favorita dal suo
basso costo, che ne fece la bevanda preferita delle classi umili. Ciò spiega
perchè oltre la metà dei 15.000 luoghi dove era possibile consumare bevande alcoliche fossero gin-shops.
Si creò una situazione in cui, sebbene la birra avesse mantenuto un’alta
configurazione qualitativa, tanto da essere più sicura dell’acqua, le classi
povere divenute abituali consumatrici di gin, videro degradare sempre più le
loro condizioni. La situazione venne efficacemente descritta da William Hogarth
nel 1751 tramite la distinzione tra la prosperità di Beer Street e la profonda
miseria di Gin Lane con cui descrisse gli abitanti di Beer Street, felici ed in
salute grazie al consumo della britannica Ale, contrapponendoli a quelli di Gin
Lane, distrutti dalla loro dipendenza dall’alcolico straniero gin. In verità,
la satira di Hogarth nel contrapporre la ricchezza di Beer Street alla povertà
Gin Lane andò oltre l’aspetto puramente economico, evocando un’analisi sociale:
Gin Lane è legata ad infanticidi, fame, pazzia, decadenza e suicidio, laddove
Beer Street mostra attività, salute, divertimento e commercio vitale. In tal
modo, William Hogarth fu uno dei sostenitori del Gin Act (1736) che
introdusse elevate imposte sui dettaglianti, ma che scatenò disordini nelle
strade. L’imposta venne gradualmente ridotta, fino a scomparire nel 1742. Il
nuovo Gin Act (1751) impose ai produttori di gin di vendere solo a
locali autorizzati e di sottoporli alla supervisione di magistrati locali.
Quanto appena detto relativamente agli
aspetti economico-sociali connessi al consumo degli alcolici ed ai luoghi in
cui tale consumo avveniva, trova riscontro nella suddivisione di fatto
realizzatasi entro il XIX secolo tra le Public houses, inns o taverns,
reputate socialmente superiori alle Ale houses, beer houses ed ai
gin-shops. Nel corso del XIX secolo, fu emanato il Wine and Beerhouse
Act, al fine di ridurre l’orario di vendita degli alcolici da parte dei
pubs, che venne rinforzato dal Defence of the Realm Act nel 1914, che
fissò l’orario dalle 12 alle 14,30 e dalle 18,30 alle 21,30.
I nobili
gentiluomini, gli uomini d’affari, gli ufficiali o gli accademici del Regno
Unito non erano assidui frequentatori dei pub. Tuttavia, le eccezioni alla
regola non mancavano. Tra i suoi clienti abituali ci sono stati anche i soci di
un circolo letterario che ogni martedì mattina si riuniva sempre nella stessa
stanzetta sul retro del locale (The Eagle and Child), per discutere di
letteratura e molto altro. Era noti come gli "Inklings". Tra
loro sedevano l’autore della fortunata trilogia Il Signore degli Anelli J.R.R.
Tolkien e C.S. Lewis, padre delle Cronache di Narnia.
Nella Terra di
Mezzo descritta da Tolkien bevono birra gli umani, gli hobbit e anche i nani.
Tolkien in persona aveva un debole per la birra, in particolare per quella ad
alta fermentazione (Ale), ma agli hobbit piacevano anche la Porter e
l’idromele.
Fonti:
Man Walks Into a Pub – The History Of Business
Signs – The Encyclopedia of Beer – The Curiosities of Ale & Beer – Storia d’Europa in 24 pinte, Wikipedia